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ACdV intervista i sindaci. A colloquio con il primo cittadino di Cislago

Prende forma un nuovo appuntamento dove riporteremo le interviste a sindaci di comuni dove è presente un progetto supportato da ACdV, a dimostrazione dell’importanza che ha il rapporto tra Associazione ed Istituzioni.
Siamo stati a colloquio con il primo cittadino di Cislago, Stefano Calegari.

Da quanto tempo nel Suo Comune è attivo il Controllo del Vicinato?
Il progetto è stato portato all’attenzione con incontri specifici a partire da settembre 2016, in seguito ai quali si sono costituiti i primi gruppi.

In quale modo ne siete venuti a conoscenza?
Tramite l’allora responsabile della zona dell’alto Milanese ed un ragazzo cislaghese che ha preso a cuore il progetto.

Come è strutturato?
Il gruppo è attualmente attivo principalmente tramite il sistema di messaggistica WhatsApp. I coordinatori attivi sono quindici e gestiscono altrettanti gruppi di via o zona, oltre a confluire in un’unica chat di coordinatori utile per condividere velocemente le segnalazioni salienti.

L’Amministrazione come lo supporta?
Attraverso la diffusione di messaggi alla cittadinanza nel caso si stiano verificando fenomeni illeciti sul territorio e la messa a disposizione di spazi per gli incontri tra coordinatori e per quelli aperti a tutti. Inoltre, a breve verrà creata una pagina sul sito comunale per spiegare di cosa si occupa il Controllo del Vicinato e come fare per aderirvi.

Quali sono i reati maggiormente effettuati nel Suo Comune?
Ciò che preoccupa maggiormente è l’aumento considerevole di truffe o tentate truffe, soprattutto ai danni di persone anziane.

Ritiene che il Controllo del Vicinato oltre ad una funzione di deterrenza abbia anche una funzione sociale nel senso di avvicinare o fare parlare tra loro persone che altrimenti sarebbero indifferenti?
Certamente, il Controllo del Vicinato deve avere come priorità una funzione sociale; è attraverso le relazioni che nascono le cose migliori, che ci si migliora, che si aiuta un paese ad essere migliore. È così che un quartiere prende vita e diventa automaticamente più sicuro e più bello; attraverso questo l’impegno del controllo del vicinato si cerca lo sguardo e l’aiuto dell’altro e così si crea quella sana complicità che potrebbe fare di un quartiere una comunità.

Come ritiene che possa essere potenziata la collaborazione tra CDV, Polizia Locale e Amministrazione  nel rispetto delle singole competenze e ruoli?
Credo che l’Amministrazione comunale abbia il compito innanzitutto di “creare il bello” in paese, attraverso ad esempio: la pulizia delle strade e dei parchi, la cura del verde, le iniziative culturali, l’attenzione alle persone più sfortunate, il dialogo con i cittadini. Ritengo inoltre che debba promuovere sistematicamente incontri dove le persone impegnate nel CDV possano confrontarsi e condividere buone prassi. Fondamentale è poi la sensibilizzazione su alcuni temi come le truffe alle persone anziane e la promozione della sicurezza  anche attraverso un sistema di videosorveglianza efficace. La Polizia Locale deve essere presente sul territorio e intervenire immediatamente ad ogni segnalazione con il supporto delle altre Forze dell’Ordine quando necessario. Il confronto con la Prefettura è altrettanto importante per avere uno sguardo a più ampia scala e un supporto di alto livello professionale oltre che istituzionale.

Pensa al Controllo del Vicinato come un qualcosa a se stante o una componente importante della cosiddetta ‘Sicurezza partecipata’?
Assolutamente importante per la cosiddetta “sicurezza partecipata”, come penso si possa ben comprendere dalle risposte alle precedenti domande.

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