Riflessioni…
Come la truffa influenza il pensiero critico delle vittime
Prima di procedere ad una disamina sull’argomento è bene chiarire cosa si intende per pensiero critico: esso è la capacità di saper analizzare informazioni, situazioni ed esperienze in modo oggettivo, distinguendo la realtà dalle proprie impressioni soggettive e dai propri pregiudizi.
Le persone vittime di truffe spesso affrontano difficoltà a livello di pensiero critico durante l’attacco. Queste difficoltà possono essere dovute a una combinazione di fattori psicologici, cognitivi ed emotivi, che i truffatori sfruttano abilmente. Ecco alcuni aspetti del pensiero critico che vengono influenzati durante una truffa:
1) I truffatori spesso creano una narrativa che induce la vittima a sospendere il proprio giudizio critico. Possono far leva su emozioni forti come l’urgenza, la paura o il desiderio di guadagno rapido. In questi momenti, le persone tendono a prendere decisioni impulsive, senza considerare tutti i fattori e le conseguenze, il che riduce la loro capacità di analizzare in modo obiettivo la situazione.
2) Una volta che una persona è stata attirata nella truffa, è indotta a cercare conferme nell’autenticità delle informazioni ricevute. Questo spinge spesso le vittime a cercare dettagli che confermino ciò che già credono, ignorando o minimizzando i segnali di allarme. Conseguentemente riduce ulteriormente il loro pensiero critico, dato che filtrano le informazioni contrarie alla loro convinzione.
3) I truffatori spesso manipolano le informazioni, fornendo solo quelle che sostengono la loro narrativa. Le vittime, non avendo un quadro completo o non essendo in grado di verificare tutte le informazioni, sono portate a credere alle versioni manipolate presentate dai truffatori.
4) Le truffe spesso comportano elementi di pressione psicologica, come la creazione di scadenze urgenti o la minaccia di conseguenze negative se non si agisce rapidamente. Questo ostacola il pensiero critico, poiché la vittima è spinta a prendere decisioni rapide senza avere il tempo necessario per riflettere e valutare tutte le opzioni.
5) I truffatori spesso fanno leva sulle emozioni delle vittime con inganni emotivi come la paura, la speranza o il senso di fiducia. Questo uso delle emozioni può impedire una valutazione razionale delle circostanze, offuscando la capacità critica della vittima di riconoscere segnali d’allarme.
6) Molti truffatori guadagnano la fiducia delle loro vittime costruendo un’apparenza di autenticità o affidabilità. Quando la fiducia è costruita in modo strategico, la vittima può abbassare la guardia e smettere di analizzare criticamente i dettagli della situazione.
7) Alcune vittime si considerano troppo accorte o intelligenti per cadere in una truffa, convinte di “non essere il tipo da farsi truffare”, il che può portarle a ignorare i segnali di pericolo. Questo eccesso di fiducia personale limita la loro capacità di pensare in modo critico e di riconoscere l’inganno.
8) Dopo essere state truffate, le persone possono cercare di razionalizzare ciò che è successo per preservare la propria autostima. Questa razionalizzazione può ulteriormente compromettere il pensiero critico, poiché la vittima potrebbe non riconoscere la truffa per quello che è, evitando di apprendere la lezione per il futuro.
Conclusione:
In generale, i truffatori sfruttano una combinazione di debolezze cognitive ed emotive per mettere a tacere il pensiero critico delle loro vittime.
Riconoscere questi meccanismi è il primo passo per sviluppare una maggiore consapevolezza e difendersi meglio dagli inganni.
Mauro Zucca
Socio e membro del Consiglio Direttivo ACdV – OdV