Skip to main content

Riflessioni…

Il Controllo del Vicinato, una difesa antica in versione moderna

Durante le riunioni con i cittadini, capita spesso che qualcuno sorrida sotto i baffi, convinto di “sapere già tutto” solo perché usa WhatsApp o ha sentito parlare del progetto. Ma il Controllo del Vicinato vero è un’altra cosa. È un’iniziativa seria, strutturata, basata su cooperazione, responsabilità e rispetto delle regole.
Il Controllo del Vicinato non è una moda recente né una semplice chat di quartiere: è una forma di protezione collettiva antica quanto le comunità stesse, oggi ripensata con strumenti moderni e con il supporto delle istituzioni.
Nasce da un principio semplice ma potente: la sicurezza è più efficace quando le persone si conoscono, si parlano e collaborano.
In un mondo dove la tecnologia gioca un ruolo sempre più centrale, è importante ricordare che le prime vere “telecamere intelligenti” sono gli occhi attenti dei cittadini. Nessun sistema di video sorveglianza sarà mai efficace quanto una rete di persone consapevoli, presenti, connesse tra di loro. Negli ultimi tempi si sta diffondendo un equivoco pericoloso: molte persone credono che per attivare un gruppo di “controllo del vicinato” basti aprire una chat WhatsApp e cominciare a scrivere quello che si vede nel quartiere.
Ma cos’è veramente il controllo del vicinato?
È un progetto di sicurezza partecipata, nato per favorire la coesione sociale, cioè il legame tra vicini,
la collaborazione attiva con le Forze dell’Ordine, nel pieno rispetto della legge, l’osservazione consapevole e la segnalazione tempestiva di situazioni sospette, la prevenzione di reati attraverso una rete di cittadini attenti e uniti.
 
E cosa non è
Non è un gruppo di cittadini “sceriffi”.
Non è una chat dove scrivere tutto quello che succede nel quartiere senza filtri.
Non è un modo per “sfogarsi” o accusare persone senza prove.
Non è uno strumento per invadere la privacy altrui.
 
L’uso improprio degli strumenti digitali può essere pericoloso perché utilizzare WhatsApp o altri strumenti di messaggistica senza preparazione e senza un coordinamento può portare a gravi conseguenze legali come
Diffamazione: accusare qualcuno senza fondamento è un reato.
Violazione della privacy: pubblicare foto o video di persone senza consenso può costare una denuncia.
Procurato allarme: diffondere notizie false o allarmistiche crea panico inutile e può portare a sanzioni.
 
Per questo motivo, serve una formazione seria e chi desidera partecipare al progetto deve:
frequentare incontri informativi con l’associazione o le autorità locali;
seguire le regole condivise del gruppo come modalità di segnalazione e rispetto reciproco;
imparare a osservare e descrivere in modo oggettivo, senza giudizi o pregiudizi.
 
In conclusione il Controllo del Vicinato funziona solo se è ben strutturato e consapevole. È uno strumento potentissimo per migliorare la qualità della vita nei nostri quartieri, ma va gestito con serietà, competenza e spirito di comunità.

Maggio 2025

Ferdinando Raffero
Presidente Associazione Controllo del Vicinato ACdV – OdV

error: Il contenuto è protetto da copyright